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La newsletter di questo mese è un tantino pesa. Parliamo di un tema che ci sta molto a cuore, per ricordarci quanto il semplice diritto di viaggiare possa essere un privilegio di pochi.
Buona lettura!
«Ancora un passo» pensai, «e sarò altrove. Quando metterò piede sull’altro lato della strada non sarò più la stessa persona. Se compio questo passo sarò un ‘clandestino’ e il mio mondo cambierà per sempre». Quella notte compii il passo, inaugurando la mia odissea di «illegalità».
Scrive Shahram Khosravi nella Prefazione di Io sono confine (2019), un libro che vi abbiamo consigliato la scorsa newsletter.
Viaggiare apre tante tematiche e il mese passato abbiamo parlato di vacanze e dello scappare per scoprire ed esplorare.
Oggi parliamo di un altro tipo di fuga, quella che per molti altri — ed è la realtà meno discussa — significa sì, scappare, ma per salvarsi.
"Se sei ricco, non sei mai straniero", dice saggiamente Celestina (Dea Lanzaro), la scugnizziella napoletana di 10 anni che attraversa il continente americano per raggiungere la sorella maggiore emigrata lì nell’ultimo film di Gabriele Salvatores, Napoli - New York.
Ci troviamo agli inizi degli anni '50 e i napoletani a New York non se la passano benissimo: sono ghettizzati, razzializzati ed emarginati — in altre parole, non sono voluti.
Prendiamo quel film perché quella che ci scrive la newsletter (cioè, moi) lo ha visto di recente, ma ce ne sono tantissimi altri che parlano di questa disarmante verità che apre il tema che abbiamo scelto questo mese: il diritto di spostarsi e viaggiare.
Mentre una minoranza gode del diritto a una mobilità assoluta, la stragrande maggioranza è prigioniera dei confini. Dove esiste un confine, esisterà anche chi lo supera.
«I muri sono immorali» (David Sassoli)
L’esodo dei migranti in cerca di salvezza viene percepito come un problema da molte nazioni (vedi gli Stati Uniti, Trump e il po*no dell’orrore con i video ASMR delle deportazioni di immigrati clandestini) che in risposta decidono di erigere muri — mere e spesso barbariche manifestazioni tangibili di potere, che separano un “noi” e un “loro”, un “dentro” e un “fuori”.
I dati dell'IOM dimostrano che i muri non hanno fermato i flussi migratori: dal 2016 al 2021 gli arrivi via terra hanno avuto una media annua di 24.152 persone, mentre quelli via mare sono stati in media 158.601 all'anno. La costruzione di barriere fisiche non è di fatto una soluzione efficace in tal senso, quanto piuttosto un diversivo politico che alimenta la xenofobia e i partiti conservatori — nel 2022, quando è stato pubblicato questo articolo , 39 partiti anti-migranti sono attivi in Europa, con una forte presenza parlamentare in dieci Stati membri, tra cui Italia, Francia e Germania.
Sull’utilità dei muri e sul loro simbolismo, vi abbiamo consigliato dei libri in fondo a questa mail.
(a Causa di Conflitti e Cambiamenti Climatici)